(Con video post sisma)
Correva l’anno 2016. Sembra l’inizio di un racconto magari piacevole, invece e’ l’inizio di una tragedia infinita. Dopo il sisma Amatrice e frazioni erano pieni di soccorritori, tra tende, mense, campi. Di una fase così terribile conservo il caro ricordo dei pasti consumati insieme al campo. Amatrice e ogni frazione avevano un campo con tende per dormire e mensa. Sono stati i volontari e soccorritori a dare un senso ad un tempo che sembrava essersi fermato, cucinando per noi e aiutandoci nelle più disparate situazioni. Uno di questi soccorritori creò un video, un collage di foto di persone e luoghi, che poi mi inviò facendomi un grande regalo. Riguardo le immagini e vedo una ragazza dimagrita e avvolta come in un torpore, rivedo persone che nel frattempo sono passate a miglior vita, e rivedo uomini e donne che rappresentano un pezzo fondamentale dei nostri luoghi spezzati, che hanno soccorso un popolo smarrito e aiutato chi aveva perso tutto. Con alcuni è nata una fraterna amicizia, ciò che hanno visto coi loro occhi rappresenta un’ esperienza condivisa coi terremotati, e storie di dolore si sono intrecciate. Come quella volta che P., vedendomi seduta a mensa sempre silenziosa e molto depressa, si sedette al mio tavolo insieme ad una sua collega e mi confidò di aver perso un figlio qualche anno prima. Fu come se mi risvegliassi da qualcosa, c’ era chi poteva capire fino in fondo cosa stavamo passando noi. O quando I. faceva le smorfie per farmi ridere, o come quando un comandante dei carabinieri mi disse parole di grande conforto e coraggio, e quando con S. e E. passavamo un po di tempo insieme, così che non stessi col pensiero sempre fisso sugli eventi accorsi. Indimenticabile F., una delle persone di più gran cuore che abbia mai conosciuto in vita mia, e volato via troppo presto.
A distanza di 7 anni lo stordimento ha lasciato il posto ad una durissima realtà. Ma questa è un’ altra storia.