La ri-partenza

In quattro anni abbiamo visto cambiare governi e commissari, ed ogni volta c è stato un rito da osservare: le dichiarazioni del nuovo commissario e la sua visita nelle zone terremotate.
Ciò che mi salta agli occhi è che senz’altro sia i comuni che le regioni avranno i giusti consulenti che relazioneranno lo stato delle terre terremotate e mi piacerebbe che qualcuno relazionasse anche lo stato materiale e psicologico dei terremotati, ma questo, che io sappia, non accade.
Per comprendere il perché di una situazione bisogna riflettere sul perché quella certa situazione esiste e come ci si è arrivati. Ora, checché ne dicano pro e contrari ai governi succedutesi, la lentezza e i ritardi nell’ottemperare alla ricostruzione fisica e morale è sotto gli occhi di tutti, una ricostruzione dei paesi e delle costruzioni ma anche psicologica. In questi quattro anni nessun politico ha portato in discussione di sua spontanea volontà un risarcimento ai parenti delle vittime di calamità, un tema importante che è invece stato proposto e portato avanti strenuamente dall’ associazione “Il sorriso di Filippo”, creata da due genitori che nel sisma del 24 agosto 2016 hanno perso un figlio ad Amatrice, Filippo, per l’appunto (allo stato attuale la proposta è in discussione alla camera).<br>Questa lentezza evidente nella ricostruzione non può essere giustificata in nessun modo se non dalla comprensione di un quadro sociale e morale fatto di decadenza. In uno Stato in cui mancano i valori fondanti e fondamentali del ben-essere, il ricercare la felicità dei cittadini è all’ ultimo posto. Se si ritengono più importanti altre cose anziché la salvaguardia e la ricostruzione di un patrimonio materiale e culturale di tutto il centro Italia, allora non possiamo stupirci dei tanti ritardi.
La fiducia va guadagnata sul campo e non data a priori, quindi vigileremo sull’operato del nuovo commissario valutandone l’ operato in modo obiettivo, nella speranza che venga fatto un piano socio-economico di ampio respiro anziché brancolare nel buio e spezzettare l’ operato, favorendo rallentamenti anche a causa di una burocrazia che nel nostro Paese ingolfa le iniziative.