La sicurezza abitativa è possibile? Intervista all’ Ing. Barracco

A distanza di tre anni sono partite le ricostruzioni di alcuni edifici nel comune di Amatrice. Per chi ha vissuto i tremendi eventi sismici del 2016/2017 una domanda sorge spontanea, spinta da paure ormai radicate nel profondo in quanto vissute: gli edifici ricostruiti in modo antisismico possono salvare realmente la vita alle persone? A questa e ad altre domande ha risposto l’ Ing. Alessandro Barracco, Ingegnere Aerospaziale, Dottore di ricerca in Tecnologia e Managment delle infrastrutture aeronautiche, già docente presso l’ Università degli studi di Palermo e portavoce Movimento 5 stelle nel consiglio comunale di Erice.

Ing. Alessandro Barracco

– Durante il sisma del 24 agosto 2016 alcune case si sono letteralmente sgretolate ed altre no. Com’è possibile questo?

   ” Per spiegare i motivi che portano una struttura al collasso è necessario, prima, capire cosa sia un terremoto. In termini semplici un terremoto si manifesta come uno scuotimento violento del suolo: quando giunge il terremoto, il suolo inizia a muoversi, subisce accelerazioni. Queste accelerazioni, orizzontali e verticali (se il sisma è sussuoltorio) si trasmettono, tramite le fondazioni, alla struttura sovrastante che inizia ad oscillare. Struttura che vorrebbe restare in quiete in virtù della sua inerzia. Inerzia legata alla massa dell’edificio (che produce solo sollecitazioni, cioè forze, verticali). Il sisma invece introduce nuove forze, orizzontali che si compongono con quelle gravitazionali.

    C’è da dire che per sismi di lieve entità, anche una struttura non progettata per azioni sismiche può resistere all’azione dei terremoti di piccola magnitudo: ciò avviene perchè i diagrammi delle sollecitazioni generate dagli altri carichi (carichi verticali, carichi accidentali, vento, ecc) inglobano (noi tecnici diciamo inviluppano) quelli dovuti al sisma di lieve entità: le sezioni riescono a smaltire (sotto forma di calore) questo eccesso di energia tramsesso dalle oscillazioni.

Ma quando l’intensità del sisma supera una certa soglia, variabile da struttura a struttura, si può pervenire al collasso.

Ora il collasso di una struttura è un processo estremamente complesso: semplificando al massimo potremmo dire che il crollo totale avviene quando in più sezioni delle strutture si passa dal campo elastico a quello plastico spinto; si vengono a creare lesioni sempre più estese sino a che queste sezioni si trasformano in cinematismi (cerniere). Il processo diventa inarrestabille e porta nel giro di pochi secondi alla rovina.”

  • È realmente possibile costruire antisismico?

   ” Certo che si. Ma è doveroso fare una premessa: non esiste, in assoluto, nessuna costruzione umana che possa resistere a qualsiasi sisma. Nemmeno con le più moderne normative, i più moderni materiali, o le più avanzate tecniche computazionali è possibile avere la certezza che il mio edificio sia resistente a qualsiasi sisma. Esiste, invece, la “ragionevole” capacità di resistenza. Cioè, per sismi probabilisticamente non violentissimi (sisma di progetto) e per un certo lasso di tempo (la vita utile), la struttura che sto progettando deve dare, in caso di azione tellurica, agli occupanti il tempo di uscire illesi senza che l’edificio crolli. Deve cioè danneggiarsi, anche irrimediabilmente, senza crollare, gradualmente, dall’alto in basso, prima gli orizzontamenti (travi/solai) poi le strutture verticali (muri/pilastri). Si parla di gerarchia delle resistenze. Oggi è questa la più moderna concezione antisismica.”

  • Quali sono i materiali più indicati nella costruzione antisismica?

  ”  In realtà qualsiasi materiale da costruzione è idoneo per le strutture sismoresistenti. Tutto dipende dal tipo di costruzione, dall’uso (inteso come condizioni di esercizio), dalle dimensioni e dalla concezione strutturale. In altri termini, posso realizzare, ad esempio, una abitazione in muratura semplice, muratura armata, cemento armato, acciaio o legno. Il materiale è solo uno degli ingredienti per realizzare strutture sicure. E’ l’uso che se ne fa che fa la differenza.

Certo è che nel sentire comune, a volte anche di noi tecnici, c’è una graduatoria di materiali privilegiati, basata solo sul concetto – sacrosanto, per carictà, ma parziale – della duttilità: la capacità dei materiali di smaltire energia sotto forma di calore. In ordine decrescente di duttilità (e quindi di preferenza): acciaio, cemento armato, legno, muratura armata, muratura semplice.”

  • Esiste una legge, “sisma bonus”, che prevede la restituzione fino all 80% dei fondi impiegati per l adeguamento sismico delle abitazioni private, che però è poco utilizzata dalle persone. Come mai?

    “Raramente i proprietari di immobili sanno quanto possa essere sicuro, in caso di sisma, l’edificio in cui abitano. È una consapevolezza che non hanno, e per averla devono chiamare un professionista che faccia le sue valutazioni. Ma se manca la  consapevolezza allora l’esperto non viene interpellato: si rischia uno stop conoscitivo e il sisma-bonus – pur essendo uno strumento importante – non riesce ad esprimere tutte le sue potenzialità. Eppure, gli edifici potenzialmente oggetto dell’intervento supera le 600.000 unità. La Legge di Bilancio 2019 prevede detrazioni del 100% per spese di diagnostica sismica, la possibilità di combinare SismaBonus ed EcoBonus per i condomini, e detrazioni anche ai capannoni e alle imprese. Ritengo che, una volta tanto, gli strumenti ci siano. Serve invece una massiccia campagna di sensibilizzazione degli italiani.”

– Ing. Barracco un consiglio per il futuro a istituzioni e privati in tema di sicurezza sismica.

    “Questa è difficile. Ormai da anni ripetiamo a tutti i tavoli tecnici, scientifici, istituzionali che il patrimonio abitativo in Italia è, per essere banali, a dir poco vetusto: il 55% delle case, cioè oltre 16 milioni di unità, ha più di 40 anni e non risponde a requisiti antisismici. Questo vuol dire che è necessario spingere l’acceleratore su tutto l’ecosistema che afferisce alla riqualificazione, riparazione e restauro dell’ambiente costruito, più che alle nuove costruzioni.

E’ necssario, anzi improcastinabile, rinnovare il patrimonio edilizio esistente, spesso di notevole pregio storico/architettonico.

    Questo problema investe due ambiti diversi, come correttamente focalizza la sua domanda: il pubblico e il privato.

    Dal lato pubblico, servono nuovi strumenti, norme e conoscenze, che permettano di rendere economicamente vantaggiosi gli interventi, di per sè complessi. Devono, inoltre, essere allocate risorse economiche in modo saggio, seguendo criteri di priorità definiti con oculatezza.

    Dal lato privato, invece, ribadisco quanto detto prima: creare sensibilità nei cittadini, che rispondono solo quando avviene un terremoto, per poi tornare a dormire sugli allori. Educazione in sostanza. I Giapponesi, in questo, sono davvero avanti a noi.”

Ringrazio l’ Ing. Barracco per aver messo la sua professionalità a disposizione di questo blog, e non solo. Lo stesso Barracco fa parte di un gruppo di persone appartenenti al Movimento 5stelle che lo scorso anno mi contatto’ in quanto interessati a visitare il comune di Amatrice e vederne lo stato. Vennero due persone, Francesco De Simone e Giuseppe Parrinello. Decisi di far loro vedere per primo il cimitero di Amatrice e quando videro la situazione di una famiglia accumolese deceduta nel sisma del 24 agosto 2016 (i Tuccio, come ricorderete) divisa nella sepoltura (genitori separati dai figli), si impegnarono per contribuire alla raccolta fondi istituita dalla famiglia e nello spcifico l’ Ing. Barracco, insieme al Prof. Maurizio Oddo, disegnò gratuitamente la cappella che la famiglia voleva realizzare per riunire la famiglia tragicamente scomparsa. Persone straordinarie venute dalla Sicilia e che passarono il ferragosto a visitare i nostri luoghi, a parlare con le persone, rinunciando a passare le feste con le loro famiglie.

A loro va la mia riconoscenza di persone al di là della politica, uomini al di sopra di tutto che hanno dimostrato, e dimostrano ancora, un’ umanità che non è scontata.

Emanuela Pandolfi