Non aspettare domani.

Agosto è un mese terribile. Si sta avvicinando una data terribile, che ha segnato un solco profondo nella mia vita, in quella di tanti altri, nell’ Italia stessa, dove il centro Italia non esiste più, nel mondo politico, con la sua incapacità o non volontà di riparare tutto ciò che è stato spazzato via. Dormivo quella notte, come tanti altri, l’ indomani sarei dovuta andare al lavoro, come ogni giorno. Una vita programmata, lineare, scandita da impegni, lavoro, sport, passioni. Dormivo il sonno dei giusti, nella tranquillità della propria casa, dove si pensa di essere al sicuro. Ma così non è. Si avvicina il 24 agosto ed io voglio arrivarci completamente purificata, stavolta non verrò colta di sorpresa. Se ho offeso qualcuno chiedo scusa, a chi mi ha fatto del male do’ il mio perdono, qualunque cosa possa aver fatto, volontariamente o involontariamente, chiedo perdono. Se ci sono state incomprensioni con alcuni non importa, il passo verso le scuse sono pronta a farlo io. Dimentico chi mi ha fatto dei torti volentieri, perché la morte è democratica e non guarda in faccia né buoni né cattivi. E allora voglio arrivare a questo terzo 24 agosto con la totale consapevolezza di essere in pace con il mondo, dimenticando il passato, senza rimorsi e rimpianti di non aver voluto abbastanza bene a nessuno, o di non averci passato sufficiente tempo insieme (il nostro tempo è l’unico regalo di valore), senza rancori verso chi si è comportato male con me. Ci voglio arrivare così, perché la veglia notturna voglio meritarmela, perché per ricordare chi è in morto in quelle circostanze così brutte sia felice di starmi accanto, sia orgoglioso di me e mi dica che c è e ci sarà sempre al mio fianco, perché me lo sto meritando, non perché dovuto. Ascoltate bene, siate in pace con voi stessi e con il mondo, non vi sarà data una seconda possibilità per dire a chi amate quanto è importante per voi, per salutare chi incontrare per strada, per recuperare un rapporto di qualsiasi natura, per imparare a perdonare gli altri, per imparare a perdonare voi stessi e farvi rispettare. Il terremoto, come ogni calamità, attraverso la morte e il furto della nostra vita, è corretto, non fa distinzioni, neanche tra giusti ed ingiusti, ma mette tutti sullo stesso piano e non dà una seconda possibilità, non ti permette di riscattarti o di chiedere scusa a chi, ormai addormentato per sempre, hai offeso o trascurato né ti consente di sentire le scuse di chi ti ha ferito quando è ormai steso su una rete improvvisata, coperto da un lenzuolo di fortuna. Non aspettare domani per essere buono, non aspettare domani per scusarti, non aspettare domani per essere felice, non aspettare domani per farti chiedere scusa, non aspettare domani per guardare tua moglie come fosse la prima volta o tuo marito con amore, non aspettare domani per essere il meglio di te. Perciò lo faccio ora, chiedo scusa a tutti e perdono tutti.

A Paolo

A Rosella

A Francesca

Con infinito amore e gratitudine.

Emanuela Pandolfi.