Qualcosa di bello stavolta

Foto di Emanuela Pandolfi

“Quest’anno tornerò ad Amatrice il 24 agosto. Sono tornata spesso dopo quello stesso giorno del 2016, quello che mi cambiò per sempre, ma mai nella ricorrenza.
Sentivo il peso delle celebrazioni funebri, sentivo che mi schiacciavano, che mi toglievano il respiro.
Non ce la facevo a rivivere tutto un’altra volta.
Vorrei che quest’anno si festeggiasse la vita, che ci sia tanta allegria, tanti sorrisi: doppi, tripli, quadrupli. Bisogna sorridere e vivere per noi e per coloro che quella notte sono andati via. Credo che se potessimo chiedergli cosa vogliono che facciamo per loro, la risposta sarebbe “siate felici, cercate di essere più felici di prima. A volte, prima, vi perdevate dietro a sciocchezze e mancavate di posare lo sguardo sulla bellezza. Concentratevi sugli altri, in ogni essere umano cercateci e ci vedrete. Noi siamo negli occhi di tanti, nel cuore di molti”.
Ci sarò il prossimo 24 agosto e sarò felice stavolta.
Sorridero’ con il cuore, lo farò per me stessa e per loro, sorridero’ alla vita che in loro ha cambiato forma: ora è più leggera, più soffice e delicata. È una vita eterna, è la vita delle loro anime.
Vorrei che il terzo anno segnasse il passo di una rinascita, almeno negli animi. Il resto verrà più in là, ma si comincia sempre dalle cose importanti, si ricomincia sempre dalle persone. Una rinascita senza scuse, senza colpevoli verso cui puntare il dito, dipende solo da noi se volerla o meno.
Mi auguro sia una festa con uno sguardo rivolto verso l’alto.
E loro sorrideranno, e saranno fieri di noi.
Questo sarà il mio 24 agosto, spero ci siano altri che vogliono passarlo così. Insieme oppure ognuno per conto proprio ma con lo stesso obiettivo.
Me lo auguro veramente, sarebbe già un bel segno di nuova vita, qualcosa di bello in cui credere e da cui ripartire.”

Sabrina Capanna

In foto Sabrina Capanna

Grazie a mia cugina Sabrina Capanna, penna fluida dal cuore d’ oro sempre sul pezzo e sempre pronta a tendere la mano per giuste cause. E niente è più giusto del ricordo e del diffondere speranza.

Emanuela Pandolfi