Foto gentilmente concesse da Tommaso Della Dora. INFO: Facebook : Quando la terra trema. https://m.facebook.com/profile.php?id=1965712427091881&ref=content_filter
Reportage di Pino Ciociola
“La portata di una situazione così grave, come il sisma che ha sconvolto Amatrice (ma anche Accumoli, Arquata del tronto ed altri paesi) il 24 agosto 2016.
Ritrovarsi all improvviso senza affetti, casa, lavoro, amici, un intero paese. Difficile comprendere fino in fondo la portata di una situazione così grave. In questi due anni tantissimo dolore, depressione e paura hanno caratterizzato la mia vita, e quella degli altri terremotati. Giornate fatte di pianto e demoni notturni difficili da scansare.
La speranza è stata, e ancora lo è, una compagna imprescindibile nella ricostruzione di sé, del proprio mondo emotivo e psichico, materiale e sociale. Ci ritroviamo oggi a tirare le somme di un tempo che inesorabilmente è passato. Un tempo in cui abbiamo avuto l’ esigenza di dover trovare un altro lavoro, un’ altra sistemazione, un’ altra abitazione. In tanti abbiamo dovuto scegliere se rimanere ad Amatrice o andare altrove a lavorare. Essere sradicati dal proprio paese da una calamita’ e dalle conseguenze di una gestione fallimentare, è una delle esperienze più dolorose che si possano provare.
Sarebbe bellissimo se ciascuno di noi avesse realmente la scelta tra il restare ad Amatrice e il trasferirsi altrove. Una scelta obbligata in mancanza di lavoro, ma anche di una vita sociale serena, che non può esserci nel luogo dove sono morte tante persone. Dove ancora lo sguardo si perde tra macerie e distese desolate, dove i propri luoghi non esistono più. Il proprio paese è un ricordo, e gli elementi sostitutivi sono deludenti. (pur comprendendo le difficoltà logistiche, in un luogo terremotato, e la fretta di offrire almeno soluzioni abitative e lavorative nel minor tempo possibile).
Ma ora dobbiamo fare i conti col presente e :
ancor più col domani, un futuro che si presenta triste e precario. Da persona del posto dico che ciò che occorre subito sono due cose : 1) la creazione del lavoro, in un luogo già prima del sisma del 24 agosto 2016 con gravi difficoltà occupazionali e conseguente spopolamento, attraverso la costruzione di fabbriche, sfruttando un area nelle vicinanze. 2) la creazione di luoghi di svago per la socializzazione.
Questi due elementi potrebbe costituire il primo passo verso la ricostruzione dei nostri luoghi e la ricostituzione di un tessuto sociale messo a durissima prova da due anni difficilissimi, due anni in cui, oltre i 299 morti, tante persone sono dovute andare via.
Una vita serena non può prescindere dalla cosiddetta “normalità”, che è stata spezzata all’ improvviso e che è necessario ricreare.
Una menzione speciale la merita chi è rimasto a soffrire per la perdita dei propri cari. Davvero incredibile che non esista un fondo per i familiari delle vittime, per questo abbiamo chiesto una legge apposita che speriamo diventi realtà al più presto. Ci stiamo.organizzando per inoltrare una richiesta formale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Difficile per me spiegare come ci si sente quando tuo marito, moglie, figlio, madre, padre, fratello, sorella , vengono a mancare improvvisamente ed in un modo cosi violento. Le persone che siamo oggi sono ben differenti da chi eravamo ieri. Un dolore sordo e profondo ha pervaso le nostre anime, i nostri corpi, fino all’ ultima cellula. Andare avanti con un peso cosi grande, fatto di mancanza, senso di colpa, solitudine diventa un obiettivo quotidiano, in una stanchezza fisica e psicologica che incide tantissimo su tutti noi sopravvissuti. Ecco che risulta fondamentale che le istituzioni ci siano vicine ascoltando e comprendendo la stanchezza e il turbinio di emozioni negative che ci caratterizzano dal post sisma, e che ci rendono ancor più faticoso fronteggiare le esigenze materiali. È fondamentale quindi che lo Stato inserisca una legge per il risarcimento dei parenti delle vittime, che non serve di certo a restituirci i nostri cari, ma ci permette di continuare a vivere una vita che, dopo lutti cosi, risulta faticosa e pervasa da un infinito dolore.
Spero che quel domani in cui i punti che ho elencato siano realizzati, arrivi ora, senza ulteriori attese, nella speranza di ridare nuova linfa al grigiore di esistenze rese dolorosissime da un sisma che ha portato via tutto.”
Emanuela Pandolfi
Davide Destro.
Ringrazio Emanuela e Tommaso Della Dora per il coraggio, la costanza e l’ amore nel difendere l’ Identità e la Dignità della propria terra ( terra anche delle mie origini non aggiungo altro perché l’ intera Italia trema ed è nostra responsabilità ( di tutti) tutelare il territorio e tutte le creature.
La buona comunicazione:
è un progetto autonomo per il cammino verso un Mondo Migliore e unisce un gruppo di bloggers che si ispirano alle linee guida dell’Associazione no profit COEMM (Maura Luperto Presidente e Maurizio Sarlo Fondatore)
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