Riflessioni di soccorritore e uomo

Giuseppe Baiocco durante gli interventi di soccorso il 24 agosto 2016 ad Amatrice
Torre civica di Amatrice, foto di Giuseppe Baiocco

AMATRICE GIUGNO 2019

Come già fatto altre volte ripercorro la strada che porta ad Amatrice. Da quel 24 agosto di quasi tre anni fa torno in quel che rimane di quello che era uno dei Borghi simbolo del centro Italia.

Durante il tragitto ripenso all’ansia e la paura di quella mattina, riconosco ogni curva, ogni albero, alla paura di non sapere cosa potevo trovarmi davanti.

Ora sono qui in questo paese che ormai nessuno più ricorda,nessuno più ne parla.

Faccio a piedi la stessa strada di quella mattina, dal parco fino all’incrocio dove ora è aperto un bar, giro verso la piazza di Sant’Agostino e riguardo il Parco in miniatura. Oltre non posso andare perchè il corso è diventata una strada transitabile solo con i mezzi. Una camionetta militare vigila …vigila sul nulla. Quella che appare davanti ai miei occhi è solo un’enorme distesa deserta. Un lungo muro di tavole delinea la strada e oltre il vuoto. Si scorge qualche pietra, più in là una piccola abitazione che ha resistito, ma per il resto c’è il nulla.

Questo nulla purtroppo lo vedo nei pochi abitanti che incontro, qualcuno mi riconosce, qualcuno scambia un sorriso e qualcuno mi vede come un fantasma.

Mi fermo, accendo una sigaretta….Avevo smesso ma quella mattina del sisma ne ho avuto dannatamente bisogno e da allora non mi ha più abbandonato, purtroppo. Un cartello dice di evitare le foto per rispetto, ma io mi chiedo cosa si possa fotografare…il nulla,il vento,l’aria? Nulla posso mettere davanti all’obiettivo della fotocamera.

Il silenzio fa sentire rumorosamente la sua presenza, è un rumore invisibile che sembra spaccare i timpani…eppure è il silenzio.

Questo silenzio ora fa male quanto le urla e i pianti di quella mattina, questo silenzio mi entra nell’anima come per dire ” è tutto finito.”

Salgo verso il centro commerciale, passo davanti alla costruzione di Padre Minozzi. Nonostante sia stata fortemente lesionata è lì con la sua maestosità, come una regina a cui hanno rotto la corona ma che rimane sempre la regina.

Il centro sembra una bolla di realtà virtuale, sento le voci della gente, chiacchiere, vedo sorrisi, gente che prende il caffè, signore che escono con le buste della spesa dal supermercato.

Prendo un caffè e il barista dice di ricordarsi di me, di avermi visto quella mattina del sisma. Si ritorna a quella mattina purtroppo, ma nelle sue parole sento una piccola speranza.

Esco, mi accendo l’ennesima sigaretta e penso…Amatrice ha subito nell’arco della storia diversi terremoti, però è sempre rinata come una fenice dalle sue ceneri. Spero,anzi, sono certo che ce la farà anche questa volta. Le sue origine sono abruzzesi, prima questa città faceva parte de L’Aquila e nelle sue vene scorre ancora questo sangue e noi fratelli aquilani quella mattina abbiamo tutti sentito la necessità  di partire per aiutare nostra sorella Amatrice.

Un albero si può segare, ma se le sue radici sono forti rinascerà più forte di prima.

Forza Amatrice,forza Amatriciani…L’Aquila e i vostri fratelli aquilani non vi abbandonano.

Giuseppe Baiocco

Giuseppe Baiocco, soccorritore, persona di grande cuore e uomo coraggioso, è ormai a pieno titolo un fratello della comunità amatriciana. Amatrice non dimentica e ringrazia ancora tutti coloro che, a vario titolo, si sono spesi per la nostra comunità, anche rischiando la loro stessa vita. Grazie Giuseppe!

Emanuela Pandolfi