Entro nel container che funge da chiesa della parrocchia di Sant’Agostino di Amatrice, mi siedo e inizio a pregare intensamente, con gli occhi chiusi. Ad un certo punto entra una suora ed inizia a parlarmi, è felice nel vedermi e mi regala il libretto del Rosario. “Grazie di cuore, ne avevo tantissimi di libri spirituali e religiosi, incluso il messale romano, ma li ho persi quasi tutti nel sisma” – le dico. Da lì inizia a parlarmi, mi racconta la sua straordinaria storia da sopravvissuta nel sisma del 24 agosto 2016, dove le altre tre suore con cui dormiva nella stessa stanza sono morte. Le ricordo con grande affetto, avendole conosciute, in particolare suor Cecilia, quando cantavo nel coro parrocchiale.
“Quella notte io non mi sono accorta di nulla, dormivo profondamente e quando ho aperto gli occhi mi sono ritrovata su un mucchio di macerie, seduta e tutti intorno pieno di sassi grandi, con al lato le altre tre suore morte. Il tetto non c’era più, ho levato gli occhi al cielo e ho visto le stelle nella notte che cedeva il posto alla luce del giorno. Ho riportato una lieve ferita sulla fronte, scendeva del sangue e nella mano sinistra mi sono ritrovata un pezzo del lenzuolo con cui dormivo, ma il letto era distante da me e non so spiegarmi come in mano io potessi avere questo pezzo di lenzuolo, per asciugarmi il sangue.” – si commuove suor Giuseppina mentre racconta la sua esperienza, gli occhi dolci e profondi si riempiono di lacrime al ricordo di quella notte. “Io credo che questa lieve ferita sulla fronte mi sia servita per poter almeno essere creduta in ciò che racconto, perché è davvero un miracolo che io sia viva, dormivo della stessa stanza con le altre tre suore che, purtroppo, sono tutte morte. Seduta su queste macerie, con le gambe che erano sotto, arrivo’ la seconda scossa, sempre fortissima. Tutto si muoveva e, essendo io devotissima alla Madonna, l’ho pregata di proteggermi ancora, così come mi aveva protetta fino a quel momento. E non è finita, perché circa un mese fa ho sentito una mia cara amica del mio paese di origine, e mi disse che la notte del terremoto lei, che non stava di certo ad Amatrice ma nel suo paese, mi aveva sognata seduta sopra a un grande sasso, con mia madre morta che mi metteva una mano sulla spalla e diceva che dovevano aiutarmi. Ecco, sono stata protetta sia dalla Madonna che da mia madre. Io sono molto timida, non so perché il signore ha risparmiato me che non valgo niente, ma questa mia storia la racconterei a tutti, perfino al Papa per testimoniare la gloria del Signore.”
Ci guardiamo negli occhi provando le stesse emozioni, mi chiede il mio nome e quando le rispondo “Emanuela” si accende di nuovo in uno splendido sorriso (Emanuela=Dio con noi).
Questa è la storia di suor Giuseppina, sopravvissuta al sisma ed anche lei coraggiosamente rimasta qui tra mille difficoltà.