Coronavirus e terremoto

In città spettrali rese vuote dalla paura di un contagi in tanti girano avvolti chi in mascherine o sciarpe, chi nella paura che rende difficile anche lo sguardo, abbassato come dal timore di rendere deboli le difese immunitarie anche solo da un’ occhiata. Sarà che gli occhi di alcuni sono così penetranti che in questo momento, guidati dalla paura atavica di morire le persone vogliono scongiurare qualsiasi cosa.
Mi sembra di essere tornata indietro di quattro anni, quando dopo il sisma la preoccupazione e l’ ansia per il futuro mi attanagliavano, quando il dolore era lacerante e appena giunto al centro del petto, nel profondo dell’ anima. Giravo per Amatrice cercando non so cosa, uno spunto per rendermi conto che fosse accaduto sul serio tutto quel dramma. Mille domande giravano per la mia testa.”Come farò ora senza lavoro? Riuscirò a trovare qualcos altro? Dove vivrò ora senza casa? Come farò da sola ad affrontare tutto questo? I miei cari avranno sofferto mentre morivano? Perché loro si e io no?” – e tante altre ancora.

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Una solitudine sorda e profonda mi pervade oggi come ieri al calar della sera quando la luce cede il posto alle tenebre e il peso della solitudine è lì. Problemi che so essere solo miei e di mia risoluzione, come per tutti gli altri terremotati, figli di un Dio minore di cui si sa poco in fondo. La situazione di questi giorni, per il coronavirus, è pesantissima per tutti, per un terremotato lo è doppiamente. Ancora, di nuovo le stesse domande, la stessa angoscia, la stessa solitudine, con l’ unica differenza che da quel 24 agosto non ho più paura di morire.
Come allora prego, niente e nessuno potrà togliermi questa libertà e la certezza assoluta della Sua presenza che guida il nostro Spirito in tutte le grandi avversità. Nell’ attesa di raccapezzarci qualcosa in questo ennesimo grande problema e capire come uscirne.
Continuare a lottare non so in che modo o lasciar andare, abbandonarsi al proprio destino accettandone le conseguenze?
In questi 4 anni ho fatto tante cose e di tutto per tenermi impegnata ed ora che siamo obbligati a diminuire drasticamente o abbandonare tante attività e abitudini mi chiedo quali saranno le ripercussioni a livello psicologico, oltre che economico.
Ai posteri l’ ardua sentenza.

Emanuela Pandolfi